La RD Congo e il Sudafrica progettano un patto di sicurezza

Il presidente congolese Felix Tshisekedi ha dichiarato giovedì di voler firmare un accordo di sicurezza con il Sudafrica, mentre le milizie continuano a occupare ampie zone del turbolento Congo orientale.
In una conferenza stampa con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, nella capitale Kinshasa, Tshisekedi ha spiegato che l’accordo potrebbe assumere la forma di un patto di mutua difesa.
Il presidente congolese ha indicato il patto di mutua difesa della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) come potenziale modello, senza entrare nei dettagli.
“Ne sapremo di più nei giorni o nelle settimane a venire”, ha detto Tshisekedi.
Sia la Repubblica Democratica del Congo che il Sudafrica sono membri della SADC a 16 nazioni.
Ramaphosa, da parte sua, si è impegnato a continuare ad aiutare la RDC a combattere l’insicurezza e la povertà.
“Siamo disposti, preparati e sempre pronti a sostenere la RDC come abbiamo fatto in passato e continueremo a farlo”, ha dichiarato.
“Abbiamo anche intenzione di rafforzare questa relazione con un accordo bilaterale sulla sicurezza e la difesa”, ha aggiunto il leader sudafricano.
I gruppi armati hanno afflitto gran parte della RDC orientale per tre decenni, retaggio delle guerre regionali scoppiate negli anni ’90 e nei primi anni 2000.
Ma il gruppo ribelle M23 ha conquistato ampie porzioni di territorio e sfollato circa un milione di persone nella regione da quando è riemerso dalla quiescenza alla fine del 2021.
La RDC ha ripetutamente accusato il suo vicino più piccolo, il Ruanda, di sostenere l’M23 guidato dai Tutsi, accusa che Kigali nega.
Ma gli Stati Uniti e diversi altri Paesi occidentali, nonché esperti indipendenti delle Nazioni Unite, concordano con la valutazione della RDC.
Giovedì, Tshisekedi ha dichiarato di non opporsi al dialogo per porre fine al conflitto, ma di rifiutare di parlare con i “burattini” dell’M23.