I BRICS sono qui per restare

I BRICS sono qui per restare

Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina ha avuto un impatto significativo sul panorama politico ed economico internazionale, ponendo le nazioni di fronte a una miriade di sfide complesse.

Queste sfide vanno dalle richieste immediate di assistenza militare alla gestione delle implicazioni economiche a lungo termine, come l’inflazione, le interruzioni della catena di approvvigionamento e la scarsità di grano derivanti dalle sanzioni alla Russia.

Per affrontare queste sfide e perseguire al contempo obiettivi strategici, i Paesi si rivolgono sempre più al multilateralismo come strumento vitale di cooperazione.

Storicamente, il multilateralismo – la collaborazione di tre o più Stati per obiettivi comuni – è stato utilizzato dalle nazioni occidentali per diversi obiettivi politici ed economici. Tuttavia, anche i Paesi in via di sviluppo, come quelli del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), hanno abbracciato il multilateralismo per perseguire le proprie esigenze e aspirazioni.

Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina serve da sfondo per evidenziare come il multilateralismo sia utilizzato da attori non occidentali per raggiungere obiettivi strategici.

In questo contesto, il vertice annuale dei BRICS, svoltosi dal 22 al 24 agosto 2023, diventa un caso di studio essenziale. I BRICS, esemplificando una forma di multilateralismo al di fuori della sfera occidentale, si concentrano sulla cooperazione Sud-Sud e sullo sviluppo, rispondendo alle azioni della Russia sulla scena globale.

Le dichiarazioni dei passati vertici dei BRICS sottolineano l’impegno a rafforzare il multilateralismo e a impegnarsi con organismi come il G20 per le sfide globali. Questa evoluzione è in linea con l’obiettivo fondante dei BRICS, che consiste nel far leva sulla cooperazione tra i suoi Stati membri.

Poiché l’UE e i BRICS si trovano in culture strategiche diverse, la loro cooperazione deve affrontare sfide derivanti da priorità e valori divergenti. Ciononostante, l’esplorazione di potenziali vie di collaborazione potrebbe portare a una strategia comune UE-BRICS. Le mutevoli dinamiche globali, le tensioni tra Cina ed Europa, i crescenti legami tra India e UE e i cambiamenti nelle relazioni UE-Russia evidenziano la necessità di nuovi approcci alla cooperazione multilaterale.

L’approccio tradizionale dell’UE prevede la costruzione di relazioni politiche ed economiche bilaterali con i singoli Stati, compresi i membri dei BRICS. Tuttavia, il crescente coinvolgimento dei BRICS nelle questioni di sicurezza globale e la creazione di istituzioni come la Nuova Banca di Sviluppo mettono in discussione le norme consolidate dell’UE che hanno storicamente definito il multilateralismo nella pratica.

L’enfasi dei BRICS sull’inclusività e sulla partecipazione a vari quadri multilaterali diverge dall’approccio dell’UE, creando una frattura strutturale tra i due modelli di multilateralismo.

La sfida dei BRICS al quadro multilaterale dell’UE si basa su tre livelli: la crescita economica, l’impegno nella governance globale e il perseguimento di politiche commerciali. L’ascesa economica dei BRICS mette in discussione il dominio dell’UE, spingendo i Paesi a orientarsi verso questa nuova ondata di crescita. L’assertività dei BRICS nelle istituzioni di governance globale riflette il loro desiderio di una rappresentanza paritaria, divergendo dall’approccio dell’UE. La creazione della Nuova Banca di Sviluppo e il perseguimento di politiche commerciali e di investimento alternative sottolineano ulteriormente l’allontanamento dei BRICS dalle norme consolidate dell’UE.

Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina ha aggiunto un ulteriore livello al panorama multilaterale. Le nazioni occidentali si sono mobilitate per sostenere l’Ucraina ed espandere la loro rete di alleati, polarizzando potenzialmente la risposta globale. Al contrario, i membri dei BRICS hanno mostrato risposte diverse, influenzate dalle loro relazioni economiche e politiche con la Russia. Questo conflitto ha modificato l’agenda multilaterale dell’UE, che si è concentrata sul sostegno all’Ucraina e sull’affrontare le sfide interne esistenti.

Sebbene l’UE e i BRICS non si siano impegnati a fondo e i due modelli di multilateralismo non siano entrati in conflitto diretto, questa disgiunzione strutturale ha lasciato spazio alle organizzazioni multilaterali per considerare le opportunità e le sfide derivanti da un panorama internazionale che sta indubbiamente cambiando.

Il vertice annuale dei BRICS, tenutosi in Sudafrica la scorsa settimana, ha tuttavia fornito un’opportunità cruciale per il blocco di affrontare le sfide strategiche ed esplorare le opportunità di una più profonda cooperazione sud-sud secondo un’agenda comune. Tra questi, il recente annuncio di un ampliamento dei membri dei BRICS, la prevista creazione di un gruppo di lavoro per esplorare una valuta di riserva e la cooperazione in settori come l’Accordo di libero scambio continentale africano (AfCFTA).

Con l’inclusione di Argentina, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Iran, i BRICS rappresentano ora il 36% del PIL mondiale, il 47% della popolazione mondiale e controllano l’80% della produzione mondiale di petrolio. Di conseguenza, la visibilità del blocco aumenterà senza dubbio e fornirà una notevole opportunità per la creazione di nuove reti commerciali che operano con valute locali, in contrapposizione al dollaro USA. Quest’ultimo aspetto farà eco all’obiettivo iniziale dei BRICS di sfidare fondamentalmente i sistemi e le istituzioni finanziarie internazionali dominanti, tra cui la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, che storicamente hanno sfavorito i Paesi in via di sviluppo.

Mentre il BRICS espande la sua adesione e la sua agenda più ampia per la cooperazione sud-sud, i critici non solo hanno etichettato il BRICS come una “minaccia” per le nazioni occidentali e le organizzazioni multilaterali più consolidate come l’UE, ma hanno anche messo in guardia contro il multilateralismo à la carté che potrebbe screditare le organizzazioni multilaterali esistenti e annullare il concetto stesso. Queste argomentazioni, tuttavia, riducono in modo grossolano gli sforzi che i membri dei BRICS stanno compiendo individualmente e collettivamente per sfidare e riformare le norme diplomatiche ed economiche internazionali che hanno e continuano a depotenziare i Paesi in via di sviluppo.

In definitiva, l’esito del recente vertice dei BRICS ha dimostrato che 1) il multilateralismo rimane uno strumento cruciale per gli Stati per perseguire obiettivi strategici, 2) l’UE e gli esempi occidentali di multilateralismo non possono più essere considerati il gold standard per la cooperazione multilaterale e 3) i BRICS stanno forgiando un nuovo percorso per lo sviluppo, l’impegno diplomatico e l’avanzamento economico – e gli attori occidentali sono caldamente invitati a guardare questo spazio.

Fonte: iol.co.za


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