
Il possibile divorzio tra Stati Uniti e Cina: L’Africa subsahariana potrebbe essere la più grande perdente
In una recente nota di analisi pubblicata il 1° maggio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha avvertito che l’Africa subsahariana potrebbe affrontare gravi conseguenze se il commercio globale si dividesse in due blocchi isolati, uno incentrato sulla Cina e l’altro sugli Stati Uniti e l’Unione Europea. “Se queste tensioni geopolitiche dovessero intensificarsi, i Paesi (dell’Africa subsahariana) potrebbero subire un aumento dei prezzi delle importazioni o addirittura perdere l’accesso ai loro principali mercati di esportazione: circa la metà del valore del commercio della regione con il resto del mondo potrebbe essere colpito”, ha scritto il FMI nella sua nota.
L’istituzione ha aggiunto che una potenziale rottura tra Washington e Pechino potrebbe far scendere il PIL reale della SSA del 4% in un decennio.
La nota, redatta da cinque economisti del FMI, indica inoltre che le perdite potrebbero essere aggravate se i flussi di capitale tra i blocchi commerciali venissero interrotti a causa di tensioni geopolitiche. L’Africa subsahariana potrebbe perdere circa 10 miliardi di dollari in investimenti diretti esteri (IDE) e afflussi di assistenza ufficiale allo sviluppo, ovvero circa lo 0,5% del PIL all’anno (sulla base di una stima media per il periodo 2017-19).
Il calo a lungo termine degli IDE potrebbe anche ostacolare i trasferimenti di tecnologia tanto necessari alla regione. Inoltre, i creditori dei Paesi della SSA, soprattutto quelli che cercano di ristrutturare il loro debito, avranno problemi di coordinamento tra loro a causa della “frammentazione geoeconomica”, che è in aumento.
Per gestire gli eventi inaspettati, l’FMI suggerisce che i Paesi della SSA dovrebbero rafforzare il commercio regionale attraverso l’Area di Libero Scambio Continentale Africana (AfCFTA). Ciò potrebbe avvenire abbassando le barriere commerciali, migliorando il funzionamento delle dogane, utilizzando la tecnologia digitale e migliorando le infrastrutture.
Lo sviluppo dei mercati finanziari locali, secondo l’istituzione, potrebbe anche aiutare a trovare più fonti di reddito e a ridurre la dipendenza dagli investimenti esteri.
Il Fondo ha anche raccomandato ai Paesi della regione di identificare e sviluppare i settori che potrebbero trarre vantaggio dal cambiamento del commercio e degli IDE. Ad esempio, i Paesi esportatori di materie prime della regione potrebbero rubare le quote della Russia nel mercato energetico europeo.
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